Gianfranco Matteoli, nato a Nuoro, è un ex giocatore professionista che ha militato in squadre come Inter, Cagliari e ovviamente Osimana. Attualmente ricopre il ruolo di osservatore all’Inter, ma in passato ha svolto anche il ruolo di responsabile tecnico a Cagliari e a Como.

 

1: Chi è stato il tuo idolo da bambino?

“Ovviamente io sono cresciuto nel periodo dello scudetto del Cagliari, quindi chiaramente sotto il mito di Gigi Riva. C’è da considerare che all’epoca i giocatori sembravano extraterrestri visto che le poche notizie si ottenevano dalla radio. Invece oggi è totalmente diverso e crescendo mi sono reso conto che all’interno della squadra campione d’Italia del ’70 , c’erano altri giocatori molto forti che magari in quel momento avevano un’eco inferiore a ‘Rombo di tuono’ .”

 

2: Cosa ti ricordi del tuo debutto nel calcio professionistico?

“Il mio esordio è avvenuto a Como in serie B, è stata un’esperienza bellissima: stavo giocando una grande partita contro la Juventus con i Beretti del Como, eppure a fine primo tempo il mio mister Pezzotti disse che mi avrebbe sostituito. Inizialmente ero incredulo e un po’ arrabbiato ma ,incredibilmente, dopo pochi minuti entra nello spogliatoio il mister della prima squadra Bagnoli che mi sollecitò di fare la doccia poiché dovevo andare via con lui. All’indomani esordii contro la Spal: un’emozione  davvero unica.”

 

3: Qual è il tuo ricordo di Osimo e cosa ha significato per te l’Osimana?

“Quest’avventura ha significato tanto per me perché da qui ho iniziato a fare il calciatore. L’Osimana in quel periodo militava nel campionato di C2, una categoria inferiore rispetto a quella in cui ero solito giocare. Durante questa esperienza sono maturato molto poiché ho giocato con una mentalità diversa. Posso sicuramente affermare che è stato un anno molto importante e lo ricordo ancora oggi con tanto piacere. Sono molto legato ad Osimo anche perché mia moglie è osimana.”

 

4: Secondo te qual è l’aspetto migliore di essere un calciatore?

“L’elemento che ritengo fondamentale per ogni calciatore è sicuramente l’umiltà che ti dà la possibilità di essere forte. Inoltre tutti i grandi campioni che ho conosciuto erano umili. Infatti la modestia e il rispetto per i compagni alla fine pagano sempre. Il gruppo è fondamentale e il rispetto deve essere la base su cui si costruisce quest’ultimo anche se si ha la consapevolezza di essere più bravi di altri compagni.”

 

5: Qual è il segreto per diventare ottimi calciatori?

“ Un segreto io non sono in grado di darlo, ma posso consigliare  che chi va al campo si deve divertire. Gli allenatori devono essere bravi a far divertire i ragazzi, se ci si allena senza voglia è meglio non andare. Per arrivare ad ottimi livelli ci vuole: grande sacrificio, mandar giù le cose che all’inizio non vanno e poi credere molto in se stessi. Dipende da noi.”

 

6: Anche il nostro responsabile del settore giovanile Francesco Bellucci è un professionista come te, pensi che con il suo contributo, il settore giovanile giallorosso possa crescere ulteriormente sia a livello tecnico che a livello umano?

“Conoscendo ‘Ciccio’, sicuramente. Posso dire che è una persona speciale ed ho avuto la fortuna di giocarci assieme. Ha delle idee giuste e sta creando i presupposti per lavorare su certi aspetti come la tecnica, considerata fondamentale oggi. La sua filosofia, secondo cui in un settore giovanile è più importante la crescita dei ragazzi che le vittorie in campo, è molto vicina alla mia idea. Nei settori giovanili la tecnica è importante da curare visto che anche per creare la tanto ‘ricercata’ intensità serve soprattutto tecnica. Concludendo, penso che Ciccio su questa idea sia molto deciso e che a livello umano lavori molto anche sull’educazione dei ragazzi per farli diventare prima uomini che calciatori.”

 

7: Un consiglio ai nostri ragazzi in questo momento così difficile?

“Penso che il metodo migliore adesso sia quello di stare sempre a contatto con un pallone, giocare con familiari o fare il ‘battimuro’. L’importante è che i ragazzi che tengono al calcio non perdano mai la passione per questo sport.”

 

 

Ringrazio Gianfranco Matteoli per essere stato così disponibile e per avermi dato la possibilità di fare questa “chiaccherata”. Se posso, inoltre, vorrei aggiungere un mio pensiero su questo periodo così tanto complicato. Questo momento è complicato per tutti ma l’amore per questo sport deve oltrepassare queste difficoltà e ci deve spingere a mantener viva la nostra passione. La speranza è quella di tornare al più presto ad abbracciarsi ed a tifare al Diana tutti insieme.

A presto e sempre Forza Osimana!

 

Matteo Barigelletti

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