Nel porgere le più sentite congratulazioni al nuovo Presidente e relativo Comitato, mi permetto di scrivere questa lettera aperta  per manifestare il malessere e disagio che, come penso tante altre Società, stiamo vivendo, non tanto per le difficoltà relative al periodo, ma soprattutto per l’incertezza che regna. Ogni Società ha l’obbligo della programmazione. Parlo a nome dell’Osimana, ma non credo sia diverso per le altre: abbiamo progettato una stagione sulla base di un campionato strutturato a 16 squadre con i relativi impegni, poi a 12. Dovevamo partire a inizio Settembre, poi fine Settembre, poi Ottobre, poi Gennaio, poi Febbraio, ora? Abbiamo radunato la squadra a Ferragosto ed impegnato staff e giocatori da allora, mantenendo, come sempre, gli impegni presi. Siamo fermi dai primi di Novembre, disputato una sola partita, ma sostenuto per intero le spese della Federazione e più di un quarto di quelle di un campionato normale per giocatori e staff. Non possiamo addebitare colpe a nessuno di tutto ciò, ma è arrivato il momento di prendere decisioni definitive, popolari o meno che possano essere. Di dirci se possiamo ritenere chiuso questo campionato o se partendo a questo punto a fine Aprile, ci sono i tempi tecnici per terminare quanto iniziato, senza soluzioni tampone che non fa onore allo sport, nemmeno a pensarle. Parere mio, ma un mezzo campionato tanto per giocarlo è ridicolo. Alle soglie dei cento anni della Società, abbiamo allestito una squadra importante, con giocatori importanti, che ora hanno richieste da categorie che non conoscono Pandemia o meglio costrette a fingere. Questi ragazzi, che tengo a ringraziare per la tenacia con cui resistono a tali sirene, per gli impegni presi con noi, hanno però, aldilà dell’aspetto economico, la voglia giovanile di andare a giocare, dopo un anno di quasi inattività. Abbiamo bisogno di certezze, ora. Non posso negare loro la possibilità di giocare, non posso indebolire la squadra, programmata per vincere, nel caso di una ipotetica ripresa. È un compito non facile ed avete tutta la nostra comprensione, ma è arrivato il memento di decisioni definitive. Non possiamo aspettare oltre, nel rispetto delle persone. Scusate se mi sono permesso, ma tanto dovevo. Confidiamo in voi.

Antonio Campanelli

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