LE INTERVISTE DI CARLO NARDI

UN UOMO LOCOMOTIVA, I SUOI GOL DECISIVI ED UNA PIOGGIA DI COSTOSISSIMI CORIANDOLI

C’era un uomo a centrocampo che non si fermava mai. Un maratoneta che correva sempre, ma che i piedi li sapeva usare anche per trattare la palla. Una locomotiva umana. Uno stantuffo dal moto perpetuo che ogni allenatore vorrebbe con sé: si chiama Marco Carlini, osimano classe 1956 e nelle sue più di  150 presenze in C2 di chilometri ne ha macinati così tanti che a tenerne conto ci vorrebbe un GPS.

Marco Carlini era il nostro Tardelli o se preferite, vista la rivalità, Oriali, anche se fisicamente e per caratteristiche di gioco assomigliava più al primo. Uomo tutto fare, aveva gamba e polmoni, tiro e visone di gioco, ma sapeva anche marcare e se c’era da difendere era un vero assillo. “Giocai anche libero” ricorda con orgoglio. Attaccava e copriva nella stessa azione, senza soluzione di continuità, con la sorpresa degli avversari che se lo ritrovavano sempre tra i piedi.

Quanti anni di Osimana, Marco?

Tantissimi! Dal 1967, pulcino, fino al 1985. Una vita! Una galleria di ricordi ed emozioni indelebili e tra questi i Derby contro l’Ancona. Eventi sempre attesi con grande concentrazione. Ricordo la vittoria con un mio gol al 90’ al Diana. Segnò Adriano Polenta, pareggiò Galli, poi quasi al fischio finale Retini dalla tre quarti mi vede che taglio verso l’area avversaria e mi serve in corsa: parte un bolide che si infila all’incrocio e sul quale Chiarini non poté fare nulla. Non vi dico la gioia e le feste negli spogliatoi. Un’apoteosi. Le carte da centomila lire volavano come coriandoli ma poi ‘il Bersagliere’ (Gegè Di Giacomo) le raccolse tutte e nei giorni successivi le dividemmo come premio squadra.

Quanti duelli a centrocampo. Chi erano i tuoi avversari là in mezzo?

Ricordo Truant, trequartista dai piedi buoni, che poi passò ad Osimo e fu protagonista anche in giallorosso. Poi spesso capitava Calliman, altro duello molto acceso e combattuto.

Sei un Osimano decano di presenze con la maglia della tua città. Quante volte l’hai indossata?

Non ricordo di preciso. Fui premiato per le 150 presenze in C2, ma poi andai oltre. Se pensi che giocai anche in Promozione, serie D, C2 ed Interregionale… C’è da dire che non feci molti gol, 9 in tutto, ma la soddisfazione che rimane in me è quella che ogni volta che segnavo, vincevamo. Insomma i miei pochi gol sono stati sempre decisivi e questo mi inorgoglisce anche di più!

Grazie ‘Lokomotiv Man’. Grazie per le tue corse, i tuoi contrasti ed i gol che sono come le tue parole: pochi ma buoni!

 

Carlo Nardi

Di admin