«Ringrazio Stefano per tutto quello che ci ha portato». Si apre così l’intervista-fiume con cui il presidente dell’Osimana, Antonio Campanelli, ha fatto il punto sulla società giallorossa dopo i cambiamenti interni delle ultime settimane. A partire dall’addio alla panchina di mister Stefano Senigalliesi, cui è subentrato – almeno pro tempore – Sauro Aliberti. «Stefano ha rinunciato per amore dell’Osimana, di noi che eravamo sotto tiro e della squadra dopo che la situazione è un po’ degenerata» racconta il presidente. Che svela un importante retroscena: «mister Senigalliesi aveva annunciato le sue dimissioni già lunedì, manifestando l’intenzione di rassegnarle dopo la partita contro il Tolentino». Spazio anche per i ringraziamenti: «è riuscito a portare l’Osimana in semifinale di Coppa Italia, cosa che non era mai successa nei miei dieci anni di presidenza». Ora, però, lo sguardo va puntato verso il futuro e quindi verso le sfide che i giallorossi dovranno affrontare. «Sauro Aliberti è una persona di famiglia, che conosce bene l’ambiente» sottolinea Campanelli. Poi aggiunge: «il nuovo allenatore si avvarrà anche della collaborazione di Claudio Labriola, attualmente non disponibile a causa di una affaticamento muscolare». «Ci aiuterà a traghettare la squadra, nella speranza che le cose comincino ad andare meglio» spera il presidente. La prossima sfida, del resto, è di quelle importanti. Al Diana domenica 29 ottobre alle ore 14.30 arriverà infatti la Sangiustese VP. «Serve un cambio di passo. I ragazzi hanno sempre dato il massimo ma quel massimo era sotto le aspettative dei tifosi, della società e di loro stessi» riconosce Campanelli. Quindi l’esortazione: «adesso bisogna dare qualcosa di più perché il campionato è difficile e dobbiamo tirarci fuori da una situazione che non ci piace per niente». Capitolo giovanile, la situazione è molto buona. «Tutti i gruppi che hanno iniziato l’hanno fatto molto bene» mette il punto Campanelli. «Già con Stefano Senigalliesi avevamo portato in prima squadra alcuni 2007 e 2008» ricorda. E infine l’augurio: «il settore giovanile deve finalmente sfondare le porte della prima squadra».

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